"Questa è la storia,
di uno di noi..."
Qualcuno potrebbe pensare alla canzone di Celentano ed al migrante tutto italiano che, lasciata Via Gluck, si imbatte nella fredda città con una valigia carica di sogni.
In realtà il migrante ce l'abbiamo ma è senegalese ed anche lui arriva nella città di Milano più di 30 anni fa: era un "vu' cumprà", vendeva gli accendini ai semafori ed aveva promesso alla giovane moglie una casa, una famiglia ed una vita decorosa.
Oggi Alì vive a Casalpusterlengo, alle porte di Lodi, con la moglie e i suoi tre figli.
E i sogni coltivati con fatica e tenacia hanno dato forse più frutti di quanti lui stesso ne aspettasse, grazie ad Allah: la casa tanto desiderata, un lavoro da operaio per lui e uno da domestica per sua moglie.
Stipendi modesti, certo, ma Alì se li è fatti bastare: ha risparmiato un centesimo dopo l’altro per l’istruzione dei suoi figli e adesso il suo primogenito Abdoulaye Mbodj (per tutti Abdou) è il primo avvocato africano del Foro di Milano, sua figlia è ingegnera civile e il terzo arrivato studia come perito agrario.
Sarà che parliamo di tanti anni fa: la gente era diversa e lo "straniero" non era sinonimo di "musulmano assassino pericoloso", ma fortunatamente Abdou giura che mai una volta si è sentito discriminato e ricorda con emozione il suo primo giorno di scuola, «quando mi sono presentato col grembiule, scortato da papà e dal nostro vicino italiano, diventato un amico fraterno».
Ma è stato tanto tempo fa.
L’avvocato Abdou adesso ha 31 anni.
Lui e la sua famiglia ce l'hanno fatta ad "integrarsi"...tanti altri "Abdou" e "Alì" oggi sono solo invitati a "tornarsene a casa loro", ma guardano quell'uno di noi come ad una speranza futura.
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