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lunedì 6 aprile 2015

I giovani...il nostro futuro

Nel nome di Allah il Clemente e Misericordioso


AS-SALAM ALAYKOUM, SALVE A TUTTI.
Iniziamo con il ricordare che gli esegeti hanno fatto un computo, una suddivisione delle lettere del Sublime Corano, e la parola centrale di tutto il libro risulta essere AL-LYATALATTAF, che potremmo tradurre con "si comporti con gentilezza". 
Vi parlerò ovviamente da religiosa ed, in quanto tale, mi baso sugli insegnamenti di Dio nel Sublime Corano e su quelli del Suo ultimo Messaggero, che la pace e la benedizione di Dio siano su di lui. 
Allah l'Eccelso ci ammonisce dicendo: 
"O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina ed abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinchè vi conosceste a vicenda. Il più nobile di voi è colui che più Mi teme."
[Corano 49:13]
 
Vedete?
Dio non dice che il più nobile è colui che possiede più denaro, o che un americano è migliore di un cinese...ma solo chi Lo teme, Lo ama e Lo rispetta più di tutti! 
Ed anche il Profeta Mohammed, siano su di lui la pace e le benedizioni Divine, ci ha insegnato che "non è un vero credente, colui dal quale il suo vicino non è al sicuro dalle sue opere ed azioni".
[Riportato da Muslim]


Questo insegnamento riflette l'importanza [per i Musulmani] di essere buoni, gentili, simpatici e di avere cura del prossimo e dei suoi bisogni.
 
E' molto spiacevole invece notare che al giorno d'oggi, a molta gente, ormai non importa più il benessere economico e fisico dei propri vicini in generale, di come li trascurino e di come arrivino addirittura a dar loro fastidio, non rispettando orari e privacy di ogni famiglia, mancando di rispetto ed addirittura creando terrore ed agendo con violenza.
 L'Islam invece incoraggia i credenti a mantenere questo "diritto" che il vicino (di casa, collega di lavoro, compagno di scuola) ha su di noi, che sia o meno musulmano non ha importanza!L'uomo diventa uomo solo attraverso l'educazione. Insegnare significa trasmettere un sapere, un'arte, una tecnica...
Educare significa impegnarsi a garantire lo sviluppo di tutte le facoltà (fisiche, intellettuali e morali) di una persona, al fine di mettere ciascuno in grado di svolgere un ruolo utile nella società e quindi favorire la comprensione, la tolleranza e l'amicizia tra tutte le nazioni e i gruppi razziali, etnici o religiosi, contribuendo così alla pace! 
Io direi che oggi ci troviamo di fronte a 2 tipi di crisi fondamentali: una è la crisi dell'intelligenza. Sappiamo tutto di tutti, siamo superinformati, ma sappiamo "ragionare" con la nostra testa? 
Veniamo a conoscenza di atti di violenza e di omicidi perpetrati nel nome di una religione, per cui ci si interroga, si vuole sapere. Il rumore, la mobilità, la selva di messaggi virtuali, bombardamenti mediatici (telegiornali e testate giornalistiche) ci sottopongono ad un vero e proprio stress e in molti troviamo difficoltà ad organizzare le nostre conoscenze: ecco che seguiamo a ruota ciò che ci propinano senza farci domande, senza fermarci e riflettere, abolendo perciò quel rispetto e quel discernimento che "dobbiamo" a chi è diverso da noi. 
Un'altra crisi è quella delle nuove generazioni:
l'ignoranza in materia religiosa è dilagante in tutte le società!
 Mi guardo in giro e noto che ci sono troppi "eredi senza eredità", cioè i valori trasmessi dalla famiglia, la religione ed i sani princìpi, non sono più un patrimonio scontato. Quindi vedo i ragazzi (nell'ambito cristiano) divisi in 2 categorie: abbiamo ragazzi totalmente atei, che non frequentano mai la parrocchia se non per matrimoni e battesimi, apatia totale verso la vita e senza sogni, e dall'altro lato vedo gruppi di giovani che si uniscono come comunità religiose, andando a pregare sotto il balcone del Papa, facendo un allegro "chiasso spirituale"...e noto in questi ultimi un disperato bisogno di essere guidati, un bisogno di sapere, di appartenere a "qualcosa" di mistico. 
Nell'ambito musulmano, invece, non si può NON rimanere colpiti da come la pratica religiosa impregni tutta la vita di un musulmano, pubblica e privata. I ragazzi che arrivano in Europa, o che ci nascono ma da famiglie musulmane, di fronte all'impatto dell'intolleranza, del rifiuto e del razzismo vissuti in Italia, o si aggrappano saldamente alla loro religione, sviluppando un forte senso di imporsi (spesso anche con rabbia e violenza, il classico estremismo), oppure, pur di farsi accettare per non essere esclusi dai compagni e vivere serenamente la loro gioventù, abbandonano qualsiasi pratica religiosa.
Anzichè incolpare loro, dovremmo farci noi un bell'esame di coscienza! 
Mi auguro vivamente che, constatazioni di questo genere, inducano cristiani e musulmani (io direi "credenti"), a gareggiare affinchè i nostri giovani si conoscano, imparino la storia "dell'altro" e che le istituzioni religiose si informassero di più sulle altre religioni, in modo da rispondere a dovere e smontare falsi miti e paure immotivate all'interno della propria diocesi. 
I giovani sono il nostro futuro: educhiamoli allo studio, alla conoscenza ed alla pace fin da piccoli, perchè ogni donna ed ogni uomo hanno una dignità ed hanno diritto alla libertà, al rispetto della loro persona ed anche ad un'esistenza decente! 
Cristiani e musulmani: uniamo i nostri sforzi
affinchè in futuro non manchino mai
quegli uomini e quelle donne che,
grazie alla loro dolcezza,
alla loro perseveranza ed al loro coraggio siano capaci di unire la saggezza dell'uomo alla saggezza di Dio l'Altissimo.
 ...e se fosse questa l'educazione?

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