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sabato 11 novembre 2017

Islam religione del perdono



Nello Stato del Kentucky (USA) è stato ripreso questo filmato durante un processo in tribunale.
Sotto accusa c'è un ragazzo che ne ha ucciso un altro.
Il padre Musulmano del ragazzo assassinato, testimonia dinanzi a tutti di aver perdonato l'assassino di suo figlio e dimostra come, nell'Islam, il PERDONO sia meglio della vendetta.


Allah l'Altissimo dice:

"133. Affrettatevi al perdono del vostro Signore e 
al Giardino vasto come i cieli e la terra, 
che è preparato per i timorati,
134. quelli che donano nella buona e nella cattiva sorte, 
PER QUELLI CHE CONTROLLANO 
LA LORO COLLERA 
E PERDONANO AGLI ALTRI, 
poiché Allah ama chi opera il bene..."
[CORANO 3:133-134]

Non tralasciare NESSUNA buona azione


Nostra Madre Aisha (Allah si compiaccia di lei), la moglie del Profeta Mohammed (pace e benedizioni su di lui), raccontò:


Una donna molto povera mi venne a trovare portando in braccio le sue due bambine. 

Le offrii tre datteri. 
Ella ne dette uno a ciascuna bambina e si apprestava a portarne uno alla bocca, quando le sue figlie le chiesero ancora da mangiare. 
Allora prese il dattero rimasto, lo divise in due e ne diede una metà a ciascuna delle due bambine. 
Io ammirai il gesto di quella madre e ne parlai al Messaggero di Allah che mi disse: 
“Certamente Allah le ha fatto meritare, per questo dattero, il Paradiso o le ha risparmiato l’Inferno”. 
(Sharh Sahih Muslim – Nawawi)





(Non trascurare NESSUNA azione buona, opera al meglio in qualsiasi momento...forse è proprio quello il gesto che ti aprirà le porte del Paradiso!) 

giovedì 9 novembre 2017

IL BUON VICINATO


Già...il convivere da "buon vicino" per noi, meridionali d.o.c., è una regola fondamentale.
Possiamo tranquillamente dire che è LA regola. 
Da noi al Sud è normale conoscere vita, morte e miracoli degli altri condomini, mentre qui al Nord praticamente ci vivo già da 12 lunghissimi anni e non conosco neanche il nome della mia dirimpettaia! 

Ma non mi lascio nè scoraggiare, nè tantomeno cambiare: trotterello per le strade del mio paesello e saluto, spesso chiacchierando "rumorosamente" con chi cammina dall'altro lato della strada e finge di non vedermi.

Vogliamo parlare poi del mio essere Musulmana?
Ohh, io lo dirò finchè avrò fiato: Allah l'Altissimo mi ha fatta napoletana in modo che con l'Islam completasse l'opera...e lo dico senza falsa modestia! ^_^

ESEMPIO BANALE: quando vivevo a Napoli spesso preparavo torte e pizze e, ogni volta, ne mandavo un pezzo alla vicina di casa (anche perchè se lei sentiva l'odore e non le mandavo niente, come minimo mi faceva una fattura a morte e mi teneva il broncio per una settimana...per poi rinfacciarmi - e caricarmi di sensi di colpa - di essermi strafogata tutto da sola senza pensare a lei ed alla sua famiglia, risalendo fino alla 7° generaZZione! O_o).

Da quando vivo qui al Nord, ogni volta che mando qualcosa ai vicini, loro puntualmente vanno a comprare qualcosa per i ragazzi, giusto per disobbligarsi.
Che brutto così...mi fa tanta tristezza ma io non demordo, anche perchè da Musulmana ho il DOVERE di trattare bene i vicini e addirittura di condividere con loro ciò che cucino, qualora l'odore si spandesse nel palazzo.


...e a me piace questa condivisione, anche perchè ci sono appunto abituata.

Questa è la torta di mele che ho fatto ieri: porzione doppia perchè ne ho portato un pezzo anche alle vicine che, essendo anziane, non passano più tanto tempo ai fornelli ed apprezzano parecchio i miei manicaretti, alhamdulillah.
Senza tralasciare poi il fatto che, tra un dolce ed un timballo, ho anche modo di parlar loro dell'Islam e di quanto il "vicino" in generale sia tutelato e degno di attenzioni da parte nostra, contrariamente a ciò che viene perpetrato nel mondo nel nome di Allah!

Quando ieri la mia vicina mi ha ringraziato tantissimo per questo mio gesto, dicendomi che aveva sentito il profumo nelle scale già dal mattino (detto tra noi: penso che la tipa abbia saltato pure il pranzo per prepararsi all'abboffata, ahaha!), io comunque ne ho approfittato per dirle di come il Profeta Mohammed - pace e benedizioni su di lui - si sia raccomandato con noi ordinandoci:

"QUANDO CUOCI DELLA 
CARNE DA BRODO AUMENTANE L'ACQUA, QUINDI CONSIDERA LE FAMIGLIE 
DEI TUOI VICINI E PROPONITI DI FARE LORO 
DEL BENE. "
[Riportato da Abu Darr e trasmesso da Muslim]

Lei mi guarda un po' spaesata e poi mi fa: 
"E perchè allora FATE tutti questi attentati?" 😕

Le sorrido e, prima di salutarla, le rispondo:
"Tranquilla nonna, non ti sgozzerò mai perchè come vedi il buon Dio giustamente me lo proibisce, e poi perchè - per deformazione professionale - già so che mi metterei a ripulire tutto dal sangue e non riuscirei a scappare prima dell'arrivo dei poliziotti.
Magna tutt' cos e stai tranquilla: sei salva proprio perchè sono una casalinga musulmana e napoletana!" 😎





giovedì 20 aprile 2017

Alì e Abdou: un vu cumprà e suo figlio avvocato



"Questa è la storia, 
di uno di noi..."

Qualcuno potrebbe pensare alla canzone di Celentano ed al migrante tutto italiano che, lasciata Via Gluck, si imbatte nella fredda città con una valigia carica di sogni.
In realtà il migrante ce l'abbiamo ma è senegalese ed anche lui arriva nella città di Milano più di 30 anni fa: era un "vu' cumprà", vendeva gli accendini ai semafori ed aveva promesso alla giovane moglie una casa, una famiglia ed una vita decorosa.

Sono passati quasi trent’anni e quel "vu' cumprà" ha mantenuto la promessa fatta in gioventù.
Oggi Alì vive a Casalpusterlengo, alle porte di Lodi, con la moglie e i suoi tre figli. 
E i sogni coltivati con fatica e tenacia hanno dato forse più frutti di quanti lui stesso ne aspettasse, grazie ad Allah: la casa tanto desiderata, un lavoro da operaio per lui e uno da domestica per sua moglie. 
Stipendi modesti, certo, ma Alì se li è fatti bastare: ha risparmiato un centesimo dopo l’altro per l’istruzione dei suoi figli e adesso il suo primogenito Abdoulaye Mbodj (per tutti Abdou) è il primo avvocato africano del Foro di Milano, sua figlia è ingegnera civile e il terzo arrivato studia come perito agrario.

Sarà che parliamo di tanti anni fa: la gente era diversa e lo "straniero" non era sinonimo di "musulmano assassino pericoloso", ma fortunatamente Abdou giura che mai una volta si è sentito discriminato e ricorda con emozione il suo primo giorno di scuola, «quando mi sono presentato col grembiule, scortato da papà e dal nostro vicino italiano, diventato un amico fraterno»
Ma è stato tanto tempo fa. 
L’avvocato Abdou adesso ha 31 anni.
Lui e la sua famiglia ce l'hanno fatta ad "integrarsi"...tanti altri "Abdou" e "Alì" oggi sono solo invitati a "tornarsene a casa loro", ma guardano quell'uno di noi come ad una speranza futura.